Come sappiamo, il sistema fiscale degli Stati Uniti ha un impianto piuttosto semplice, in cui tasse e normative si applicano con molte libertà e poche eccezioni. Allo stesso tempo, come amiamo ripetere ogni volta che trattiamo questo argomento, si tratta di un sistema allo stesso tempo molto rigoroso, in cui i controlli sono frequenti e i contenziosi molto severi.
Per questo motivo, se si opera a livello immobiliare tra Italia e USA, è molto importante essere ben informati, per esempio, sul sistema di tassazione che riguarda gli immobili, nonché su altri aspetti legati all’apertura di società americane e fiscalità internazionale.
Per esempio, nel momento in cui il possessore di un immobile negli USA viene a mancare, oppure il proprietario di beni vuole donare i suoi possedimenti a figli o nipoti, entrano in gioco le imposte sulle successioni e sulle donazioni.
Questo discorso diventa particolarmente interessante quando si tratta di beni immobili, specialmente se la trattazione delle tasse coinvolge due Paesi, come ad esempio Italia e Stati Uniti.
La normativa in materia è ampia, come si può leggere anche in questo interessante articolo e, proprio per questo, oggi dedichiamo un approfondimento specifico alle imposte che vengono applicate su successioni e donazioni.
Quali sono le imposte sulle successioni e sulle donazioni negli Stati Uniti
Che differenza c’è tra l’imposta su una successione, che avviene quindi in caso di decesso, e su una donazione, che definisce invece il passaggio volontario di un bene da un parente a un altro? Vediamolo insieme.
Imposta sulle successioni
Quando una persona viene mancare, negli USA è prevista un’imposta – applicata a livello federale – sul trasferimento del patrimonio, con aliquota al massimo del 40%. I primi 60.000 dollari sono esenti da tassazione – si parla infatti di “trasferimento esente” – e il valore rimanente viene invece tassato.
Per quanto riguarda l’applicazione di questa tassa su beni localizzati negli Stati Uniti, è innanzitutto importante comprendere cosa si intende con questa terminologia:
- beni immobili situati entro i confini USA
- partecipazioni azionarie in società americane, come C-Corporations e Limited Liability Companies
- beni mobili tangibili, collocati negli Stati Uniti, per esempio denaro contante, gioielli, opere d’arte, automobili, eccetera
- quote di proprietà di assicurazioni sulla vita di un’altra persona.
Imposta sulle donazioni
È inoltre prevista un’imposta sulle donazioni di ogni tipologia, sia materiali che immateriali, indipendentemente dal luogo in cui si trova la proprietà, che sia mobile o immobile.
L’imposta, in questo caso, viene calcolata sul valore di mercato del bene al momento della donazione, ed è prevista una franchigia annuale di 15.000 dollari per individuo e fino a 30.000 dollari per coppie sposate. L’aliquota per la parte che eccede la franchigia tocca un massimo del 40%.
È importante sapere che la tassa sulle donazioni è collocata sui beni localizzati negli Stati Uniti durante la vita del donante, e le persone giuridiche non possono effettuare donazioni: ciò significa che si tratta di una tassa non applicabile a società di alcun tipo, trusts, e nemmeno associazioni.
Per comprendere meglio come funzionano le donazioni negli Stati Uniti, proviamo ad ipotizzare un caso pratico: su una casa valutata 500.000 dollari, la tassa sulla donazione a un parente in linea diretta, come ad esempio un figlio, ammonta a 200.000 dollari. Comprendiamo quindi come, davanti a cifre di questa entità, sia necessario fare una pianificazione molto accurata dei propri movimenti fiscali.
La tassa sul trasferimento a generazioni successive
Un’altra tipologia di tassa che è importante conoscere, sempre nell’ambito delle imposte di donazione, è la tassa sul trasferimento a generazioni successive, per esempio i nipoti. Questo processo prevede un’imposta addizionale – oltre alla tassa di donazione – fissa al 40%.
L’impatto della Convenzione Italia-USA su donazioni e successioni
Nel 1995, Italia e Stati Uniti hanno stipulato una Convenzione per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali relative alle imposte sulle successioni. Vediamone insieme i punti essenziali:
- nel caso in cui un defunto, al momento della morte, era cittadino italiano o era domiciliato in Italia – e non era cittadino americano né domiciliato negli USA – gli Stati Uniti devono accordare la stessa franchigia d’imposta prevista dalla legislazione interna degli Stati Uniti a un de cuius domiciliato negli USA, moltiplicata per un fattore pro-rata
- con pro-rata si intende una una frazione, che vede: al numeratore il valore dei beni effettivamente soggetti ad imposta negli USA, al denominatore il valore dei beni effettivamente soggetti ad imposta negli USA se il defunto fosse domiciliato negli USA.
- la Convenzione Italia-Stati Uniti del 1995 prevede inoltre una detrazione d’imposta, da applicare nello Stato di cittadinanza – o domicilio – del defunto, pari all’ammontare dell’imposta applicata dall’altro Stato contraente in relazione ai beni collocati tale altro Stato, e quindi soggetti a tassazione da entrambi gli Stati.
- tale detrazione, infine, non può superare la quota dell’imposta applicata dallo Stato di cittadinanza o domicilio.
L’importanza di un aiuto qualificato
Come abbiamo visto, ci sono numerosi aspetti di cui tenere conto e, specialmente se non si è ben informati, può accadere di sentirsi spaesati davanti a normative fiscali di questo genere.
Proprio per questo, se si decide di investire a livello immobiliare negli Stati Uniti, è davvero fondamentale scegliere di affiancarsi a professionisti qualificati, affinché tutte le procedure relative alla compravendita di una casa su suolo americano siano gestite nel migliore dei modi, e tu possa organizzare i tuoi investimenti – e quindi il tuo patrimonio – anche per il futuro.
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